
Pasta
Di Elizabeth Zanoni
Traduzione di Mirta Roncagalli
Gli italiani portarono il loro amore per la pasta con sé in Argentina. Inizialmente, gran parte della pasta che mangiavano era importata dall’Italia. Tuttavia, già nel tardo 19esimo secolo, gli italiani avevano costruito pastifici in Argentina per sfamare gli immigrati. Anche gli immigrati in case di riposo e pensioni mangiavano pasta fresca preparata principalmente da donne. Gli italiani fecero conoscere la pasta in stile italiano agli argentini, i quali combinarono varietà italiane di pasta fresca e secca con le loro tradizioni (originarie della Spagna) legate al consumo di pasta.
Nel tardo 19esimo secolo, i pastifici in città come Napoli e Genova iniziarono ad esportare in Argentina la pasta secca per sfamare affamati immigrati italiani. Allo stesso tempo, tuttavia, alcuni imprenditori italiani aprirono pastifici in città come Buenos Aires e Rosario, assumendo lavoratori italiani immigrati e usando macchinari e abilità portate da casa.

Facciata del pastificio di Buenos Aires di Michele Oneto, 1906
Fonte: “Pastificio Molino e Fabbrica di Ghiaccio Michele Oneto,”La Repubblica Argentina all’esposizione internazionale di Milano 1906, a cura di Lorenzo e Amedeo Serafini. Buenos Aires, 1906.
Il censimento industriale argentino del 1910 contava 177 pastifici in tutto il Paese. Alcuni di questi divennero grandi aziende quali Canessa, Pegassano e Company, e quella di Michele Oneto, che riforniva i consumatori italiani in tutta l’Argentina di pacchetti di pasta prodotti a Buenos Aires. Il numero di pastifici in Argentina aumentò specialmente durante e dopo la Prima guerra mondiale quando la guerra ridusse i commerci tra Italia e Argentina. La pasta, specialmente quella fresca e ripiena, veniva altresì fatta regolarmente nelle case di riposo e pensioni, spesso dalle donne italiane immigrate. Anche i ristoranti di proprietà di italiani immigrati che si specializzarono in cucine regionali italiane facevano e servivano pasta ai clienti affamati.

Annuncio pubblicitario per il ristorante di Buenos Aires “La Emiliana”, 1932.
Fonte: Annuncio pubblicitario per il ristorante di Buenos Aires “La Emiliana,” Giornale d’Italia (Buenos Aires), 3 aprile 1932, p. 3.
Le comunità italiane dell’Argentina consumavano pasta perché saziava, era economica e facilmente combinabile con altri ingredienti (italiani e argentini come pomodori, verdura e fagioli) per preparare abbondanti piatti. Oltretutto, gli immigrati fecero scoprire agli argentini piatti di pasta in stile italiano. Molti argentini arrivarono da una cultura culinaria spagnola che includeva fideos (un tipo di pasta lunga simile agli spaghetti). Già negli anni ‘20 del secolo scorso, la pasta in stile italiano come spaghetti, tagliatelle e ravioli era diventata una parte essenziale della cultura culinaria argentina quotidiana.
Ulteriori letture
- Silvano Serventi and Françoise Sabban, Pasta: The Story of a Universal Food, trans. Antony Shugaar (New York: Columbia University Press, 2003).
- Elizabeth Zanoni, Migrant Marketplaces: Food and Italians in North and South America (Urbana: University of Illinois Press, 2018).