Immigrati, donne e cantanti dei primi decenni del Novecento

di Mariela Ceva (Ricercatrice presso CONICET- Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas e CIS-IDES-Centro de Investigaciones Sociales- Instituto de Desarrollo Económico y Social) Traduzione di Mirta Roncagalli

A cavallo tra Ottocento e Novecento, in Argentina arrivarono approssimatamene due milioni di Italiani. Si trattava per la maggior parte di contadini, agricoltori e operai, tuttavia vi erano anche imprenditori, insegnanti, musicisti e artisti. Ognuno di loro era in cerca di opportunità che forse non riusciva a trovare nel Paese di origine.

Fotografia autografata di Adelina Agostinelli. Fonte

Alcuni dei nuovi arrivati sulle rive del Río de la Plata erano cantanti. Una tra loro, Adelina Agostinelli, nata a Verdello in provincia di Bergamo nel 1882, sviluppò una carriera di successo come soprano. In soli 8 anni, calcò vari palchi in Europa e in Paesi quali l’Argentina, il Cile e gli Stati Uniti. All’età di 21 anni, nel 1903, Adelina fece il suo debutto al Teatro Fraschini di Pavia in Fedora e Tosca. In quella occasione, si esibì al fianco di Giorgio Quiroli, che era stato il suo insegnante al Conservatorio di Milano e sarebbe presto diventato suo marito. Quiroli era un personaggio molto influente: era uno stimato insegnante, aveva stabilito una duratura relazione con l’America del Sud e, avendo lui stesso ricoperto il ruolo di direttore artistico, aveva forti legami con gli impresari dei teatri. È possibile che tali caratteristiche abbiano contribuito favorevolmente allo sviluppo della carriera di Agostinelli. Il suo percorso ci offre infatti interessanti spunti di riflessione su diversi temi: cosa sapevano i cantanti lirici che arrivarono nel primo quarto di secolo in Argentina di quel Paese verso il quale erano emigrati? Come acquisirono tali informazioni? Quali vie seguirono per approdare in America del Sud?

Risulta chiaro come coloro i quali si incamminavano in tali percorsi avessero il supporto delle loro famiglie, infatti il sapere riguardante le professioni del mondo dello spettacolo era comunemente tramandato di genitore in figlio. La presenza della famiglia nell’ambiente teatrale era comune in molti Paesi d’Europa. Gli artisti di successo portavano con sé nei propri tour genitori, fratelli e vicini. In parte, i legami stabiliti durante la propria formazione, così come la storia familiare contribuivano allo sviluppo delle carriere individuali di uomini e donne dello spettacolo. Certamente, Adelina subito dopo il suo debutto e una volta sposata con Quiroli, ebbe una carriera vertiginosa. Tra il 1903 ed il 1928 si esibì su più di trenta palchi in tutto il mondo e si convertì in una diva del suo tempo.

Le sue apparizioni erano oggetto di attenzioni in riviste specializzate e nei giornali nazionali. Il suo mondo e la sua traiettoria, seppur relativamente breve (in totale furono 26 anni di carriera tra il 1903 e il 1929), crearono un ponte interoceanico. ​

Nonostante la previa carriera che aveva sviluppato in Europa, Adelina Agostinelli era sconosciuta quando arrivò in America del Sud. Fatto che cambiò rapidamente. La copertura che le testate giornalistiche argentine le diedero, fecero diventare lei ed altri artisti come lei alquanto conosciuti. Come risultato, dopo soli due mesi dal suo arrivo, Agostinelli apparve sulle prime pagine dei giornali locali e i suoi spettacoli furono pubblicizzati come “grandiosi”.

Il caso di questa donna italiana rivela una fitta rete di relazioni che ne consentirono la mobilità e l’avanzamento professionale. In tal senso, tra il 1906 ed il 1908 i successi di Agostinelli, e quelli del marito, furono notevoli. In molti spettacoli e già a partire dal 1910, Adelina Agostinelli apparve con Titta Ruffo, un baritono italiano acclamato internazionalmente. La sua collaborazione con Ruffo la posizionarono in un luogo privilegiato in quel mondo competitivo di forti dispute tra dive della lirica.

In quegli anni, Agostinelli decise di stabilirsi a Buenos Aires. Il suo percorso sarebbe giunto al suo termine durante l’inaugurazione del Teatro Coliseo di Zárate nella provincia di Buenos Aires. Su quel palco, il 14 ottobre 1928 si concluse la carriera lirica di Adelina.

Adelina Agostinelli cantando  Tu che le vanità (dall’opera Don Carlo di Giuseppe Verdi) nel 1910

Nel caso della Agostinelli, il suo itinerario e le sue connessioni dimostrano come la carriera professionale non fosse limitata ad un solo teatro o ad un solo impresario, ma piuttosto fosse in costante evoluzione. Agostinelli ed altri artisti si esibirono in diversi Teatri dell’Opera come La Scala, il Metropolitan, ed il Teatro Colón, così come in altri teatri meno conosciuti, meno imponenti e lontani dalle grandi metropoli, come in quello di Paraná, di San Nicolás e di Zárate, in Argentina. Lì, questi cantanti interagivano con le comunità locali, con le figure di spicco di quelle culture e con i giornalisti, i quali nelle pagine culturali e sociali non solo parlavano favorevolmente degli spettacoli, ma incoraggiavano i propri lettore ad andare a vederli.

In alcuni articoli, i giornalisti descrivevano Agostinelli come una grande diva moderna. Tuttavia, in casi come questo, non si trattava solo di donne moderne che operavano in un mondo transnazionale, ma anche di donne supportate da una struttura tradizionale: la famiglia.

Le vicende di questa soprano rivelano i contorni della storia di un gruppo di professionisti che attraversò i confini nazionali e che trasse profitto dalle proprie capacità e dalla rete di relazioni. Erano artisti, professionisti in movimento, donne che in alcuni casi diventarono migranti ed adottarono una delle tante destinazioni come il loro nuovo posto nel mondo.

Letture per approfondire
  1. Mariela Ceva. “Las aventuras de una soprano italiana en América del Sur. Adelina Agostinelli. (1882-1954).” Studi Emigrazione, LVII, n. 219, 2020.
  2. Mariela Ceva. “Del artesano a la prima donna: actores de un proceso entre materialidad, circulación y espectáculo.” In Bernasconi, Alicia; Ceva, Mariela y Devoto, Fernando J. Grandes ilusiones. Miradas sobre la historia de los teatros del litoral rioplatense, Teseo, Ciudad Autónoma de Buenos Aires: 2022.
  3. Mariela Ceva. “El mercado musical italiano en la argentina entre 1895-1914.” América Latina in la Historia Económica, 29(2), 1, 2021.

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